L’elemento naturale dell’acqua con il suo effetto rilassante e dolce è stato utilizzato per introdurre un nuovo modo di partorire; a farlo inizialmente negli anni 60 è stato il medico russo Igor Tjarkowskij. Successivamente in Francia, grazie all’apporto del medico Michel Odent, il parto in acqua ha avuto la possibilità di trasformarsi da fenomeno “originale” a metodica scientifica.

Oggi il parto in acqua è una pratica consolidata in molti ospedali europei. E anche in Italia la “tecnica” si sta capillarmente diffondendo grazie all’esperienza ed alle ricerche effettuate su migliaia di parti in questi ultimi anni.

I vantaggi dell’acqua per la partoriente

* Riduzione della componente dolorosa (la mamma può lasciarsi andare e questo stato di rilassamento favorisce la produzione di endorfine – i cosiddetti ormoni del piacere – che hanno un effetto analgesico; al contrario, diminuiscono le catecolamine, normalmente prodotte in situazioni di tensione e di stress).

* La durata del periodo dilatante si riduce e persino la fase espulsiva è meno intensa.

* Maggior protezione della privacy materna (in acqua gli operatori suono “fuori”, pertanto gli interventi sanitari si riducono notevolmente).

* Dimuzione delle episiotomie (per il maggior rilassamento della muscolatura del perineo e dei tessuti del canale vaginale).

I vantaggi per il nascituro nel parto in acqua sono direttamente legati allo stato favorevole vissuto dalla madre. I tempi ridotti del travaglio-parto e la maggior produzione di endofine materne, che passando la placenta determinano un effetto sedante e rassicurante, sono condizioni favorevoli all’esperienza di nascita.

Rischi e controindicazioni 

Dalle ricerche internazionali sul Parto in Acqua, non è mai emerso alcun rischio igienico nella sua pratica. Pertanto, non sono in alcun modo accettabili tali obiezioni espresse da alcuni sanitari contrari all’utilizzo della vasca per il parto in acqua.

In merito alla possibilità per il nascituro di inalare acqua in occasione del parto, occorre segnalare che il riflesso apneico (diving-reflex) è perfettamente funzionante. La percezione della presenza di acqua a livello peribuccale inibisce la respirazione. E nel caso in cui dell’acqua entri nel cavo orale, il riflesso faringeo stimola la deglutizione.

I protocolli di assistenza al parto in acqua degli ospedali non prevedono la possibilità di utilizzo di questa pratica nei casi in cui siano presenti importanti patologie materne o fetali: la gestosi, l’ipertensione arteriosa, l’iposviluppo fetale e le sofferenze fetali sono attualmente delle controindicazioni all’uso della vasca.